Il Senato presto pare cancellerà le distinzioni tra figli di immigrati e figli di italiani sui campi di calcio, le piste d’atletica e nelle palestre. In Aula sono già arrivate le “Disposizioni per favorire l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l’ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva”.
Tutt’oggi a molti ragazzi di seconda generazione, che sono nati o cresciuti in Italia, vengono bloccate le promettenti carriere sportive poiché non hanno la cittadinanza italiana. Gli statuti di varie federazioni consentono solo agli italiani infatti il passaggio, tramite il tesseramento, alla pratica agonistica. In tal modo, molti talenti finiranno per perdersi. Si tratta di una discriminazione per gli stessi ragazzi e di una perdita per il nostro Paese.
La nuova legge, che è in discussione al Senato, ma che è stata già approvata alla Camera, pone rimedio a questa situazione. Contiene un solo articolo, che pone in evidenza il fatto che i ragazzi devono essere sono tutti uguali. “I minori di anni diciotto che non sono cittadini italiani e che risultano regolarmente residenti nel territorio italiano almeno dal compimento del decimo anno di età – citando il disegno di legge – possono essere tesserati presso società sportive appartenenti alle federazioni nazionali o alle discipline associate o presso associazioni ed enti di promozione sportiva con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani”.
La norma resta valida anche per i ragazzi che sono maggiorenni, se in attesa della cittadinanza in Italia: “il tesseramento resta valido, dopo il compimento del diciottesimo anno di età, fino al completamento delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei soggetti che, ricorrendo i presupposti di cui alla legge 5 febbraio 1992, n.91, hanno presentato tale richiesta”.