Si tratta di ben 94 miliardi di euro l’anno, addirittura il 6,5% del valore aggiunto nazionale. Questo è il notevole contributo elargito all’Italia da imprenditori stranieri. All’inizio di quest’anno, le imprese amministrate da cittadini stranieri erano l’8,7% del totale. Nel 2014 sono aumentate quasi del 5,6%, mentre tra quelle gestite dagli italiani ne sparivano 48 mila.
Il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2015, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, afferma che le imprese con titolare straniero sono quasi sempre a esclusiva partecipazione immigrata (94,1%). Tra di loro, le imprese individuali sono 1 ogni 8 tra tutte le imprese individuali del Paese (421.004). Il loro contributo al Pil italiano prospererà con l’aumento delle forme societarie più complesse e aperte alla compartecipazione degli autoctoni (nel 2014 le società di capitale erano 57.000, cresciute del 14,5% in un solo anno). Invece sono ancora poche le start up innovative a prevalenza straniera (solo il 2,2% del totale), e ciò, dicono i ricercatori, evidenzia il cammino ancora da fare sul versante dell’innovazione.
Nel settore del noleggio, servizi alle imprese e agenzie di viaggio le 27.000 imprese guidate da immigrati influiscono per il 15,4% sul totale, più di quanto accada nel commercio (12,1%) e nelle costruzioni (14,8%), che pure rappresentano i due principali rami di attività (il 35,8% del totale per il commercio e il 24,3% del totale per l’edilizia). Il settore terziario da solo incide per il 56,9%.
Per quanto riguarda la diffusione territoriale, al Nord si concentra oltre la metà delle imprese a conduzione immigrata (30,1% al Nord Ovest e 21,1% al Nord Est). Seguono poi le regioni del Centro (26,7%) e il Sud (22,3%), dove l’incidenza sul totale delle imprese locali è quasi dimezzata rispetto al Centro-Nord. Le comunità nazionali maggiormente inclini all’imprenditoria sono le marocchine (15,2%), cinesi e romene (11,2% ognuno), che si mettono in evidenza rispettivamente nel commercio, nella manifattura e nell’edilizia.
Come rendere le imprese degli immigrati più diversificate e promettenti? La proposta del Rapporto contiene elementi consigliabili anche per le imprese degli italiani: “Semplificare la burocrazia; Agevolare il credito; Alleggerire la pressione fiscale; Sostenere l’imprenditorialità, anche dopo la fase di start-up ; Promuovere l’innovazione e la creatività; Promuovere l’adesione all’associazionismo di categoria e la formazione di consorzi; Investire sulla formazione d’impresa; Facilitare l’accesso e la comprensione dell’apparato burocratico-amministrativo; Allargare il raggio d’azione, anche in un’ottica transnazionale“.