Una serie di ricerche in diverse università in giro per il mondo, rivela che fare esperienza in altri paesi, che sia per studio o lavoro, rende la nostra mente più adattabile e più aperta, favorendo processi mentali più complessi e aumentando la creatività
Lo studio di un professore di Teorie dell’Organizzazione della INSEAD Business School, William Maddux, mostra come, tra gli studenti che hanno frequentato programmi MBA all’estero, maggiore è la loro integrazione alla diversità culturale, e cioè il loro grado di adattamento e di volontà di scoperta della nuova cultura, e maggiore sarà il livello di complessità che il loro pensiero raggiungerà.
Chi ha un atteggiamento di apertura e adattamento risulta più propenso a sviluppare connessione tra una multeplicità di idee. E il grado di adattamento mostrato si ripercuote anche sul numero di proposte di lavoro ricevuti a fine programma.
Maddux conclude che “People who have international experience or identify with more than one nationality are better problem solvers and display more creativity, our research suggests.”
Anche Angela Leung, professoressa alla Singapore Management University, attraverso la sua ricerca sugli effetti psicologici del vivere e lavorare all’estero, ha evidenziato come le persone che hanno vissuto e fatto esperienza in diverse culture abbiano una maggiore capacità creativa e siano più portati a creare connessioni anche insolite tra concetti.
Insomma, studiare o lavorare in un paese straniero ci rende pensatori migliori, più flessibili, creativi e capaci di ragionamenti complessi – a patto che ci sia la volontà di adattarsi alla nuova cultura!
Fonte: time.com