Il Ministero dell’Istruzione ha deciso di inviare a tutte le scuole, visto il sempre maggior numero di studenti provenienti dall’estero e iscritti in Italia, una specie di vademecum, 10 consigli o comandamenti grazie ai quali sarebbe facilitata l’integrazione dei ragazzi stranieri.
1. Confermare il diritto all’inserimento immediato degli alunni giunti in Italia da poco. L’amministrazione scolastica deve procurarsi per tempo dalle Prefetture tutte le informazioni utili sugli arrivi dei minori “ricongiunti” e che in tutte le aree territoriali più interessate dai flussi migratori la formazione delle classi eviti i livelli di saturazione che ne ostacolano l’accoglienza.
2. Acquisire consapevolezza dell’importanza della scuola dell’infanzia. Secondo il Miur, la mancata partecipazione di quasi un quarto dei bambini residenti in Italia, con origini migratorie, fra i 3 e i 5 anni, alla scuola per l’infanzia deve essere contrastata. “Lo si può fare – si legge nel documento – attraverso il coinvolgimento delle comunità straniere e del privato sociale, con misure che rendano sostenibili le tariffe di iscrizione alle scuole non gestite dal pubblico.”
3. Contrastare il ritardo scolastico. La legge sull’inserimento scolastico degli alunni con background migratorio prevede la determinazione della classe sulla base del criterio dell’età indipendentemente dalla conoscenza o meno della lingua italiana. Anzi, nel caso in cui non si conosca l’italiano vanno previsti di piani didattici personalizzati allo scopo di riallinearli con i comuni obiettivi di apprendimento.
4. Accompagnare i passaggi; adattare il programma e la valutazione. Il ministero vuole che ogni istituto scolastico sia “allenato”, in tali fasi nevralgiche, alla predisposizione di piani personalizzati che portino, se necessario, anche a cambiamenti transitori. La valutazione di fine anno deve essere coerente con i piani personalizzati, studiati per ogni studente.
5. Organizzare un orientamento efficace alla prosecuzione degli studi. Il fine della buonascuola è di comunicare accuratamente (anche con opuscoli plurilingue) alle famiglie e agli alunni con origini migratorie com’è strutturato il sistema scolastico italiano, di informarli sulle possibilità di istruzione superiore e di organizzare la fase di orientamento coinvolgendo anche i mediatori linguistico-culturali e giovani tutor di origine migratoria.
6. Sostenere l’apprendimento dell’italiano L2, lingua di scolarità. Per gli studenti stranieri è fondamentale organizzare nelle scuole dei laboratori linguistici di italiano come seconda lingua per le diverse fasi dell’apprendimento. Prevedere nel tempo extrascolastico, in collaborazione con le associazioni, il volontariato e il privato sociale, forme di aiuto allo studio, protratte e continuative. Formare i docenti sui temi dell’insegnamento/apprendimento dell’italiano come seconda lingua.
7. Valorizzare la diversità linguistica. Organizzare nelle scuole dei corsi opzionali di insegnamento delle lingue d’origine, anche in collaborazione con i governi dei Paesi di provenienza. Attivare l’insegnamento a tutti gli alunni di lingue straniere non comunitarie (cinese, arabo, russo). Valorizzare il bilinguismo fra gli alunni della classe. Formare i docenti sul tema del plurilinguismo.
8. Prevenire la segregazione scolastica. Promuovere accordi a livello locale, allo scopo di rendere operativi i criteri di equo-eterogeneità nella formazione delle classi, tentando di evitare o ridurre i casi di concentrazione delle presenze.
9. Coinvolgere le famiglie nel progetto educativo per i loro figli. Promuovere l’informazione e facilitare la partecipazione delle famiglie di origine straniera attraverso i messaggi plurilingue e le attività di mediazione linguistico-culturale. Incoraggiare la rappresentanza dei genitori stranieri. Attivare opportunità di apprendimento dell’italiano per i genitori di origine straniera, con particolare attenzione alle madri che non lavorano e hanno minori occasioni di socialità.
10. Promuovere l’educazione interculturale nelle scuole. Sensibilizzare tutti gli insegnanti sul tema della pedagogia e della didattica interculturale. Sperimentare percorsi di educazione alla concittadinanza.